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Cenni Storici

Il più antico documento che parla di Collesino a proposito della "Plebs de Colosino", obbligata a pagare le decime alla Pieve di Bagnone, una delle più importanti di Lunigiana in quel tempo, risale al 1277.

Un altro scritto, datato 1568, narra della visita pastorale di un legato del Vescovo di Sarzana. La relazione attesta la presenza di una chiesa povera, dotata di scarso arredamento, di una popolazione molto religiosa guidata da un parroco di buoni costumi, e di un cimitero posto sull'attuale piazzale antistante la chiesa. Il paese è a quell'epoca abitato esclusivamente da pastori e contadini.

Da uno scritto del 1930, redatto dall'allora parroco, risulta che la chiesa fu ristrutturata a fine 1500 e il campanile fu edificato nei primi anni del 1600, con il generoso contributo della popolazione, che si fece carico del trasporto del materiale a dorso di mulo dai paesi vicini.

Inoltre, a seguito dell'Editto di Napoleone del 1807, che imponeva l'obbligo di seppellire i morti in luoghi appartati, anche a Collesino si provvide alla costruzione di un nuovo cimitero in località "La Costa", situata tra le borgate della Chiesa e del Castello. Esso venne quindi abbandonato nei primi del 1900 perché insufficiente e sostituito con quello attuale.

Negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, il paese era collegato a Bagnone (da cui dista circa 7 km) soltanto da una mulattiera, alla cui manutenzione provvedevano gli abitanti medesimi.

In mancanza di fognature, ed essendo le stalle adiacenti alle case di abitazione, le vie interne si presentavano spesso invase da letame, che veniva ammucchiato negli angoli e ricoperto con fogliame o paglia.

Nessuna casa era dotata di acqua potabile, in quanto mancava un acquedotto pubblico, così come i servizi igienici: la stalla o il campo più vicino ne facevano le veci. Inoltre, la scarsità d'acqua, specie durante l'estate, creava non pochi problemi, sia per le necessità domestiche, sia per l'abbeveraggio del bestiame.

Spesso i locali di abitazione erano divisi dalla sottostante stalla da un semplice solaio di legno, mentre le stanze erano di modeste dimensioni e dotate di finestre piuttosto piccole, a volte prive di vetrata e riparate da assi di legno. Il tetto delle case era ricoperto con lastre di pietra arenaria estratte dalle vicine Alpi Apuane e portate a spalle fino a Collesino.

Quando le intemperie invernali costringevano le famiglie a restare in casa, le giornate trascorrevano attorno al focolare, in un ambiente affumicato, poichè serviva per essiccare le castagne e per preparare il cibo quotidiano. Un gran braciere ardeva al centro del locale; ad esso era attaccata una catena a cui veniva appeso un paiolo di bronzo destinato alla preparazione di minestre; nei testi venivano invece cotte le focacce di grano oppure di farina di castagne.

La carne, del resto, era un lusso riservato alle feste di Natale e Pasqua, occasioni in cui si ammazzavano galline e conigli, a volte anche agnelli, altrimenti rivenduti a Bagnone.

La corrente elettrica arrivò in paese solo nel 1928, anche se a basso voltaggio, per cui durante le lunghe serate d'inverno era impossibile dedicarsi alla lettura; nel 1956, con la nazionalizzazione dell'energia elettrica, l'Enel provvide al rifacimento dell'intera linea.

L'analfabetismo era elevato presso gli anziani, mentre i giovani potevano frequentare le classi elementari, gestite fino al 1930 dal parroco, quindi dallo Stato, che inviava e stipendiava regolarmente un'insegnante. Tuttavia, a causa delle ristrette possibilità economiche, l'istruzione si fermava alla quinta elementare.

La gioventù non aveva quindi altra strada se non il lavoro nei campi o, in alternativa, il taglio della legna al seguito di padroni, che si affermavano nel frattempo grazie al commercio ambulante.

Già verso gli 8-10 anni i ragazzi dovevano portare le pecore al pascolo, calzando zoccoli di legno - o camminando a piedi scalzi in estate - indossando una ruvida maglia di lana di pecora e pantaloncini di stoffa rudimentale.

A Bagnone vi era un medico condotto, ma vi si faceva ricorso solo in casi estremi, sia a causa della distanza, che obbligava a mettere a disposizione del medico la cavalcatura, sia perché diverse famiglie non potevano pagare la visita a domicilio.

Specialmente durante il decennio 1930-1940, la vita era molto dura per tutti: scarseggiava il denaro anche per poter affrontare le piccole spese; alcune famiglie dovevano ricorrere a chiedere un prestito ai parenti per riuscire a pagare le tasse.

I primi anni dopo la guerra del 1940-1945 diedero una svolta alla vita del paese: un gran numero di famiglie emigrò nel nord Italia, dedicandosi prevalentemente al commercio e avviando i figli a un'istruzione superiore.

Collesino venne collegato con Bagnone da una moderna strada provinciale, fu sostituita la vecchia linea elettrica, arrivò il collegamento telefonico e il paese cambiò irrimediabilmente di aspetto.


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